Presentazione nuovo calendario

Come tutte le attività connesse al turismo anche le attività escursionistiche di 43PARALLELO sono ormai ferme da oltre due mesi. Una parte delle uscite previste non si sono potute svolgere e gli appuntamenti interessati dal fermo per motivi sanitari verranno recuperati nel calendario 2020-2021 sempre che ci siano le condizioni di sicurezza e fattibilità.
Il lavoro di programmazione deve necessariamente essere sempre molto in anticipo rispetto alla messa in promozione delle proposte e per questo motivo il programma che partirà a settembre era già in gran parte completo. A questo dovremo dunque aggiungere i recuperi dei quattro appuntamenti ormai irrealizzabili prima dell’estate. Vediamoli nello specifico.

USCITE RINVIATE

Sardegna

La grande assente è senz’altro la tre giorni in Sardegna, che divagando dal leit motiv degli eremi, era stata organizzata al solito come una mini vacanza e sarà riproposta in ottobre o la prossima primavera.
Questa meravigliosa isola offre il meglio di sé e può essere apprezzata con dei trekking di più giorni che possono portare l’escursionista a immergersi nella sua anima più profonda e selvaggia. Questo richiede un approccio esplorativo, con attrezzatura per procedere in autonomia, zaini pesanti e capacità di adattamento. Tuttavia anche escursionisti che non vogliono rinunciare alle comodità, potranno godere delle bellezze meno note e degli aspetti più intimi di questa perla del Mediterraneo.
Il connubio mare-montagna e relax-avventura che sempre proponiamo, è calibrato per soddisfare esigenze anche abbastanza antitetiche e che dopo aver esplorato alcuni bellissimi angoli del Supramonte, troveranno sicuramente sintesi e accordo durante le cene in tipiche pinnette di pastori, uno già conosciuto ad alcuni fedelissimi 43 PARALLELO SIENA, l’altro recentemente scovato durante i sopralluoghi. I pernottamenti e le colazioni saranno invece in bed & breakfast a Cala Gonone da cui ci muoveremo ogni giorno per raggiungere con pochi minuti d’auto gli attacchi dei tre spettacolari trekking in destinazioni inedite per delle esperienze memorabili.

Apuane

L’altra data che esulava dal percorso narrativo principale dedicato agli eremi, era l’uscita in Apuane prevista per il 23 maggio, con la quale si chiudevano gli appuntamenti di questa stagione. Per quanto formalmente ancora presente in calendario tuttavia crediamo che sarà impossibile proporla. La vetta più alta delle Apuane il Pisanino e quella più rinomata alpinisticamente del Pizzo d’Uccello, dovranno aspettare ancora un po’. Sarà una due giorni che, per quanto in ambiente severo, non presenta difficoltà particolari. Inoltre la cena, il pernottamento e la colazione al bel rifugio Orto di Donna saranno il valore aggiunto, nella parte alta di una delle valli più remote della catena, la Val Serenaia. Anche in questo caso valuteremo se sarà più opportuno riprendere l’iniziativa in autunno o la prossima primavera.

San Girolamo

Per quanto riguarda il filo conduttore, invece, abbiamo già annullato lo straordinario anello di due giorni nel Parco Regionale del Monte Cucco. Qui, percorrendo gole e crinali a cavallo tra Umbria e Marche, arriveremo al riservatissimo Eremo di San Girolamo, uno spettacolare nido d’aquila nascosto in Appennino. Anche in questo caso l’accoglienza in una originale struttura nello sperduto Pascelupo avrà un sapore veramente autentico e aggiungerà al week end quella nota conviviale che sappiamo essere così gradita ai clienti.

San Michele

Nel cuore delle Colline Metallifere Pisane rinunciamo momentaneamente alla visita ai ruderi dell’eremo di San Michele alle formiche, che verrà probabilmente recuperata nella prossima primavera.
Non lontano dai noti siti geotermici di Larderello, 43 PARALLELO SIENA ha individuato e tracciato un originale anello nel quale è incluso anche un facile tratto torrentistico inedito. Una proposta con la giusta dose di adrenalina e avventura.

San Leonardo a Vallerano

Ultimo tra gli appuntamenti da recuparare questo nella Tuscia laziale, rimandato lo scorso dicembre a causa del maltempo. Qui ci attende un facile anello di chilometraggio limitato e dislivello moderato. Siamo nelle colline che si affacciano sul lago di Vico e l’origine vulcanica della zona, con presenza di rocce facilmente lavorabili, ha favorito nei millenni l’opera dell’uomo che nei secoli qui ha scavato abitazioni, tombe ed eremi.
Una di queste incredibili presenze è l’eremo di San Leonardo. Il complesso si erge in uno sperone tufaceo che spunta improvviso in mezzo a stupendi castagneti e noccioleti, tenuti come giardini. In zona sono presenti anche altri siti raggiungibili in auto che forse riusciremo a visitare. Inoltre è da non perdere una breve visita al bel paese di Vignanello.

NUOVI APPUNTAMENTI

Oltre a questi cinque appuntamenti da recuperare, le uscite della stagione prossima saranno nuovamente dedicate ad approfondire il tema dell’eremitismo. La grande quantità di siti, unitamente al loro pregio architettonico, valore storico e contesto naturalistico, sono stati elementi decisivi nel proseguire il ciclo già trattato l’anno passato. Il programma è ancora in fase di perfezionamento ma ha comunque già dei punti fissi. Ne presentiamo alcuni in questo articolo rimandando ad un prossimo futuro la restante parte.

Santa Maria Giacobbe versione avventura

Voglio partire da questo gioiello a cui sono particolarmente affezionato. Si tratta di un piccolo, meraviglioso eremo rupestre incredibilmente abbarbicato nei fianchi del Sasso di Pale, presso Foligno. La stagione appena passata abbiamo visitato questo luogo emozionante inserendolo in un bel giro che ha risalito la montagna dal suo versante orientale, ridiscendendola poi sul lato opposto, ricercando i sentieri più facili e morbidi di questa singolare montagna. Nell’occasione passammo anche dalle amene cascate del Menotre, con i suoi salti e le belle formazioni di travertino.

Tuttavia il temperamento spiccatamente selvaggio dell’eremo mi diceva che era necessario inserire questa meta in un anello che fosse più in linea con la sua natura più intima. Mi piace raccontare che la prima volta sono venuto a conoscenza di questo luogo molti anni anni fa, quando praticamente ogni fine settimana andavo ad arrampicare. Il Sasso di Pale è infatti uno dei posti più belli per l’arrampicata e non troppo distanti dalla nostra provincia così avara di roccia. Le falesie delle sue pendici meridionali hanno molti itinerari di arrampicata sportiva, di tutti i livelli di difficoltà. In una di queste uscite decisi di sacrificare mezz’ora della tanto amata attività per andare a vedere l’eremo che avevo intravisto dalla strada e che mi aveva molto colpito. Dalla vecchia strada che va a Colfiorito infatti si riesce appena a vedere il romitorio, mimetizzato e arroccato in posizione imprevedibile. Questo suo carattere rupestre mi ha spinto dunque a effettuare un sopralluogo mirato, con il quale sono riuscito a concatenare un secondo itinerario di grandissimo impatto. Si riesce infatti, con fatica ma senza difficoltà alpinistiche, a risalire tramite i suoi punti deboli, il severo e roccioso versante meridionale del Sasso e guadagnata la vetta è possibile scendere attraverso l’incisione di un fosso apparentemente molto impegnativo ma in realtà di grande divertimento e soddisfazione che ci depositerà direttamente davanti all’eremo di Santa Maria Giacobbe, alle porte del paese di Pale.

Lecceto e San Leonardo al lago

Dopo una proposta mediamente selettiva come la precedente è d’obbligo presentare un evergreen, un appuntamento irrinunciabile. Lecceto è l’eremo senese per antonomasia, alle porte della città, in un bosco che tradizionalmente ha sempre fatto sentire la sua presenza cupa ma importante. Era il deserto degli eremiti nostrani, la Tebaide più prossima a Siena. E’ sempre stato il rifugio, escluse le grotte nel tufo nell’immediato fuori porta, che più facilmente poteva accogliere le anime desiderose di ascesi ed isolamento. Fa coppia con esso San Leonardo al lago, più antico del primo e con esso spesso confuso in alcuni documenti anche per la vicinanza geografica dei due. Nella “Selva del Lago” si celano inoltre numerose grotte, prodromi delle due magnifiche presenze architettoniche, che conferiscono a questa propaggine della Montagnola che quasi si incunea in città, un fascino misterioso. Ad arricchire il facile anello i due chilometri del Canale del Granduca. Questa opera singolare, ultimata a fine ‘700, è un tunnel che collega Pian del Lago con il Torrente Rigo. In parte dobbiamo la sua esistenza anche alle richieste dei due eremi. I suoi ospiti, lontani ormai dai sentimenti di penitenza e mortificazione medioevali, sentivano pressante l’esigenza di una bonifica del malsano lago. E questa fu resa possibile grazie alla costruzione di quest’opera ardimentosa, un canale scolmatore. Il passaggio è percorribile senza accorgimenti particolari, col solo aiuto di torce elettriche dato il buio completo. Lontani da periodi particolarmente piovosi c’è solo una scarsa presenza d’acqua sul fondo e l’impresa regala una nota emozionante alla giornata.

Ermicciolo

Terminiamo questo articolo del blog presentando un’uscita di tutt’altra natura. L’anello proposto può dare il meglio di sé in versione innevata, tuttavia i boschi del Monte Amiata regalano in ogni stagione giornate meravigliose. Siamo a circa 1000 metri di altitudine, immersi in una delle faggete più belle del centro Italia. Questa montagna, oltre ad essere l’unica vera elevazione della provincia, ha in questo suo versante l’emergenza più significativa per Siena. Sgorgano qui infatti le Sorgenti dell’Ermicciolo, che tanto copiosamente quanto qualitativamente contribuiscono a dissetare la nostra città da circa un secolo.
Il facile anello, che avrà percorso, lunghezza e tracciato diverso in relazione alla presenza o meno di neve e all’eventuale uso delle ciaspole. In ogni caso si svolgerà sotto ai maestosi faggi e intorno agli evocativi pinnacoli trachitici che svettano nel bosco. In questo versante della montagna infatti fanno bella mostra di se alcune tra le falesie più imponenti della bellissima roccia vulcanica tipica dell’Amiata. Il titolo alla giornata invece è dato dalla chiesetta romanica dell’Eremo dedicata a S. Bartolomeo. Questa dovette essere la sede del primitivo monastero benedettino fondato da Romualdo nell’XI secolo del quale oggi è visibile la pieve di San Marcello e l’annesso oratorio di San Bartolomeo, noti come l’Eremo del Vivo.