COSA METTERE NELLO ZAINO? Parte 2: abbigliamento

Una bella e facile escursione si può trasformare, per una serie di motivi, in una giornata poco piacevole. Per esempio non aver fatto bene lo zaino ed essersi dimenticati qualcosa di fondamentale; oppure aver scelto  materiale, attrezzatura, abbigliamento non adatto; oppure tenere comportamenti  inadeguati durante il trekking.
In generale, al di là dei consigli dati nel precedente articolo, in questo e in quelli che seguiranno, bisogna sempre tenere presente che stando una giornata o più in ambiente, è bene pensare con calma ed attenzione a tutte le evenienze, anche remote, che si potrebbero verificare.
Oggi parliamo di abbigliamento. In ogni negozio di sport e tempo libero si trovano oggi molti capi tecnici, tessuti particolari che hanno grande potere assorbente e traspirante dell’umidità, potere isolante dal freddo, capacità protettiva dai raggi UV, il tutto con ottima vestibilità e scarsissimo peso ed ingombro. La gamma dei prezzi è ovviamente ampissima. In generale il rapporto qualità prezzo parla da solo. Io, per portare un esempio da manuale, ho avuto un paio di calzettoni di una nota marca di punta per 20, dicasi venti, anni. Non sto scherzando, erano tra i primi calzettoni tecnici che vennero prodotti. Li pagai una cifra! Ma sono stati soldi spesi benissimo. Ci ho giocato per almeno 5 anni a pallacanestro e poi li ho indossati in maniera esclusiva nei primi 2 anni in cui facevo trekking.    
Cominciamo dalle scarpe. La parte più importante dell’attrezzatura, quella veramente fondamentale, il simbolo della nostra amata attività: lo scarpone da trekking. Diffidare di altri tipi di calzature: solo uno scarpone con buona suola e con protezione alla caviglia vi garantirà le migliori prestazioni su ogni tipo di terreno (con l’eccezione di progressioni torrentistiche). Alcuni soggetti preferiscono scarpe da trekking basse di cui, effettivamente si trovano ormai sul mercato modelli ottimi. Questo tipo offre più leggerezza, agilità e sensibilità d’appoggio, a discapito di protezione alla caviglia. Sono ottime in discese o risalite di torrenti in cui c’è anche una parte di trekking in asciutto.
Attenzione a scarpe appena acquistate, prestate o vecchie. Nei primi due casi può capitare facilmente che dopo pochi passi comincino insidiosi sfregamenti o pressioni che in breve si trasformano in insopportabili vesciche. Nel terzo caso capita spesso che le calzature comincino inesorabilmente e letteralmente ad andare a pezzi . Per evitare conseguenze disastrose conviene  avere, in questi casi, un paio di calzature di emergenza nello zaino.
I calzini, subito dopo le scarpe, sono la cosa più importante: evitare calze di cotone che si inzuppano di sudore, preparando un ambiente perfetto per le vesciche. Optare per tessuti tecnici altamente traspiranti, oggi in commercio anche con forti caratteristiche antibatteriche. In trekking di più giorni, specie se gli scarponi non sono più che perfetti nella calzata, cambiate i calzettoni almeno una volta a metà giornata. Infatti la polvere ed il sale contenuto nel sudore, alla lunga possono creare, anche in zone di  minimo attrito, un effetto di frizione che, moltiplicato per migliaia di passi, arriva a lesionare la pelle.           
L’abbigliamento, per quanto non fondamentale come le scarpe, tuttavia è importante che abbia alcune caratteristiche basilari. A monte di tutto è bene ricordare che anche in inverno la nostra temperatura corporea aumenta con il movimento. E’ importante dunque essere vestiti a strati in modo da potersi alleggerire facilmente.  In qualsiasi stagione è bene avere a pelle una maglietta a maniche corte. Preferire capi tecnici che garantiscono ottima traspirabilità e grande facilità di asciugarsi. I primi esemplari di questi capi costavano una fortuna, adesso se ne trovano a prezzi decisamente bassi più o meno in ogni negozio di sport e tempo libero. Come già detto per i calzettoni e per gli stessi motivi, evitare magliette di cotone. Nello zaino ne avrete sempre una con caratteristiche simili a quella che indossate e appena vi fermate, se avrete la vostra maglietta bagnata di sudore, sia in estate che in inverno ve la toglierete ed indosserete quella asciutta. Non siate pigri e vi risparmierete un sacco di problemi: state poco vestiti mentre vi muovete e copritevi quando siete fermi!
In relazione al meteo e alla stagione, sopra alla maglietta potete avere una camicia o una maglia o un micropile leggero a manica lunga o un capo in lana.
Se è molto freddo, ancora sopra un pile o giacchetto windstopper. Se è davvero molto freddo e vento anche una giacca impermeabile o, come vengono chiamati ora, un guscio.
Per i capi sopra alla maglietta è inutile spendere tanti soldi. Le due caratteristiche importanti sono leggerezza e poco ingombro, sia addosso che quando sono riposti nello zaino.
Ragionamento un po’ diverso per la giacca che deve essere di buona qualità per poter garantire traspirabilità ed impermeabilità. Se  l’impermeabilità può essere offerta da un qualsiasi strato di nylon, in abbinamento con la traspirabilità la possiamo ottenere solo con capi tecnici tipo l’universalmente conosciuto Gore-tex. Esistono però altri materiali altrettanto performanti e magari meno costosi. Controllate le etichette che spesso indicano i due dati.
Per quanto riguarda i pantaloni, al solito un capo tecnico ha tutte le caratteristiche che vogliamo: offre traspirabilità, protezione dal caldo e dal freddo, il tutto con una certa idrorepellenza e con caratteristiche antistrappo su spine e rocce. In alternativa cercare capi non troppo caldi (le gambe non soffrono tanto il freddo), non troppo larghi e con tessuti che non si possano impigliare o infradiciare eccessivamente.
Cappello e guanti saranno di conforto nelle giornate più fredde e ventose, mentre un berretto parasole o una bandana vi ripareranno in caso di prolungata permanenza in tratti assolati. Per la verità in questo ultimo caso il vecchio cappello di paglia rimane il miglior alleato, garantendo ombra anche a collo e spalle e circolazione d’aria.

Arrivederci alla prossima puntata