I segreti del mestiere

Nel lontano 1992 mi diplomai all’ISEF di Firenze (all’epoca era ancora istituto pareggiato e non università) con una tesi dal titolo “Educazione alla tutela dell’ambiente” che esaminava tutti gli aspetti e le strategie che l’Educazione Fisica, all’interno dei programmi ministeriali scolastici, può mettere in atto per approcciarsi ai temi ambientali con i bambini e con i ragazzi.
Dopo molti, moltissimi anni sono diventato Guida Ambientale, riuscendo a fare una sintesi tra la mia formazione accademica e la passione per le attività outdoor. Quando poi ho iniziato ad esercitare questa professione accanto a quella precedente di insegnante di Educazione Fisica, la formazione pedagogica si è fatta sentire e ha influito nel taglio che ho dato a questo lavoro, cercando di dare una organizzazione organica ai trekking proposti, non dimenticando mai un approccio come studio d’ambiente.
Essendosi creata una cerchia di clienti fidelizzati, persone che più volte all’anno decidono di passare una domenica in compagnia di 43 PARALLELO SIENA, non tener conto della continuità dei frequentatori sarebbe un grave errore e l’organizzazione del calendario deve avere una struttura che non può prescindere da una pianificazione accurata.
Diverso è invece il caso dei clienti stranieri e occasionali per i quali le guide hanno il fine di presentare il territorio in maniera più generale e ampia e difficilmente si può prescindere dalle destinazioni più note.
Se questo tipo di utenza non arriva già con qualche richiesta particolare, conviene dunque in questi casi dare o una visione d’insieme o proporre una delle numerose perle di cui la nostra provincia dispone, evitando di scendere nel dettaglio come invece faccio con con i clienti abituali.

Guida e didattica

Il calendario uscite di ogni stagione è generalmente diviso per argomenti. Andando per cerchi concentrici, specialmente nei primi anni questo si è svolto in maniera, diciamo così, più superficiale in modo da far conoscere ai clienti delle grandi aree tematiche. In questi casi ogni anno ci sono state ad esempio le voci CASTELLI, MULINI, EREMI, ma anche FIUMI, SORGENTI, CANYON oppure IL CICLO DELL’ACQUA, LA LETTURA DEL PAESAGGIO, LE AREE PROTETTE. Talvolta questo approccio, per quanto inusuale e solo ultimamente adottato anche da altre organizzazioni, mi è sembrato non sufficientemente originale. In molti casi ho dunque lavorato per ideare e individuare delle linee di proposta completamente nuove. E’ il caso per esempio del CICLO DEI MARMI, ovvero la creazione di un percorso di 4 uscite che partendo da una visita alla Cattedrale di Siena finalizzata all’osservazione dei suoi materiali costruttivi, si è poi svolto negli storici siti di estrazione dei tre materiali principali.
La presenza di un filo conduttore ha contribuito molto al coinvolgimento dei clienti e a una loro fidelizzazione, portando inoltre i gruppi a conoscere l’ambiente sotto varie declinazioni, con una lettura del territorio che, anche se non propriamente interdisciplinare, tuttavia ha sempre cercato di essere almeno multidiscplinare, avvicinandosi piuttosto a quello che oggi si definisce story telling: un pacchetto accattivante, una presentazione che ha una sua coerenza interna di facile individuazione, un percorso narrativo che lega elementi di natura diversa che ruotano attorno ad un elemento centrale.
Un approccio che carica le esperienze di un connotato emotivo coinvolgente, con uno sviluppo sistematico e progressivo che facilita i clienti sia nell’acquisizione di conoscenze e nella memorizzazione di dati che nell’individuazione di temi preferenziali. Nondimeno questo sistema mi ha facilitato in fase di pianificazione, nelle scelte che via via ho dovuto effettuare per individuare, testare ed in seguito proporre le escursioni in base ai feedback ricevuti.

Pianificare

Alcuni dei temi trattati, per i motivi più disparati, hanno ovviamente riscosso più interesse di altri. Da buon insegnante severo, tuttavia, pur dovendo strizzare un occhio al mercato, ho sempre cercato di trascinare l’interesse verso orizzonti meno immediati e più sconosciuti, cercando di evitare completamente tutte quelle narrazioni tanto spesso percorse (dai miei colleghi) da essere ai miei occhi svuotate di interesse.
Alle acclamate passeggiate goderecce con merenda finale ho preferito trekking impegnativi, ho snobbato la troppo popolare Via Francigena a favore di cammini sconosciuti, lasciato gli ameni fondovalle per perigliose creste e barattato i sentieri segnati con tracce dimenticate.
Spinto da questa voglia di proporre novità mi cimento spesso nell’individuazione e nell’apertura di nuovi percorsi, che ricalcano vecchi tracciati caduti in disuso o aperti da me ex novo o ancora individuano modalità di percorrenza originali.

In questo ambito rientrano anche le proposte torrentistiche. Alcune di queste in particolare richiedono una conoscenza completa del territorio, specie se i tratti percorsi non sono facilmente raggiungibili da strade, lontani da case e centri abitati e privi di segnale telefonico, cosa frequente in molte valli.
Nel poter proporre tranquillamente alcune di queste iniziative meno usuali mi sono state di non poco aiuto le mie personali esperienze esplorative, speleologiche, e di torrentismo e i miei brevetti di istruttore di nuoto e di salvamento. I clienti abituali conoscono le mie competenze con ambienti per loro poco familiari e benché le difficoltà proposte ai gruppi siano solo di livello escursionistico, tuttavia i frequentatori sono tranquillizzati percependo la dimestichezza della Guida nelle situazioni inusuali.
Questa ricerca di nuove destinazioni non si limita agli aspetti naturalistici. Anche nella scelta di quelle testimonianze storico-architettoniche di cui il nostro territorio è così ricco, cerco sempre di proporre cose poco conosciute. Queste non avranno l’impatto grandioso per esempio di San Galgano, ma smuoveranno emozioni profonde come solo ciò che è difficilmente raggiungibile può evocare.

Nell’approfondimento di alcuni temi mi sono allora lasciato trasportare da tracce leggere, trascurando note location di grande lustro, per preferire sconosciute vestigia. Il fascino del dimenticato diventa motore inarrestabile nella costruzione di una guida. Leggendo documenti o storie, ci si imbatte in qualche notizia inaspettata e il lavoro di ricerca per l’individuazione di un’emergenza spesso parte da qualche nota appena accennata. Segue un approfondimento di massima per valutare l’effettivo interesse e richiamo commerciale che lo spunto può avere. Accertato il valore di questo punto focale dell’uscita, intorno ad esso bisogna costruire un itinerario che deve avere determinate caratteristiche.

Oltre alle note di interesse un tour, per essere reso appetibile agli amanti del trekking dovrebbe essere percorso in forma di anello escursionistico. I percorsi così strutturati hanno, per loro stessa natura, un’attrazione particolare che deriva dal fatto che ad ogni passo siamo su terreno nuovo. Si rispetta in questo modo l’intrinseca voglia di scoperta di ognuno, la curiosità dell’arrivare oltre. La tensione conoscitiva oltre a mantenere viva l’attenzione è il più grosso sostegno anche alla fatica fisica. Per questi motivi non propongo mai percorsi andata e ritorno. Al massimo può capitare che ci siano dei brevi tratti definiti “a racchetta”. Immaginandosi la forma di una racchetta da ping pong, si ha cioè un itinerario circolare con una deviazione andata-ritorno necessaria per raggiungere qualcosa di interessante e non altrimenti percorribile. Ma la racchetta deve essere da ping pong e non da tennis, altrimenti il tratto da fare nelle due direzioni rischia di diventare troppo lungo e dunque noioso.
Vari parametri dell’anello devono poi essere commisurati ognuno in funzione degli altri per poi attribuire un valore sintetico delle difficoltà. In particolare la lunghezza, il dislivello, il tipo di terreno, l’ambiente e la presenza di qualche passaggio particolare, danno una scala di valori in cui abbiamo FACILE, MEDIO/FACILE, MEDIO, MEDIO/DIFFICILE, DIFFICILE. Con questa legenda ognuno potrà farsi un’idea dell’impegno generale della proposta e decidere se alla portata delle proprie possibilità.

Stagioni 2019-20 e 2020-21

Tornando all’organizzazione dei calendari, da un paio d’anni ho sentito la necessità di dedicare un’intera stagione ad un solo tema. Ad una lettura superficiale questa scelta sembra che possa celare il rischio di far scivolare il programma nella monotonia. In realtà un approccio di questo tipo si è rivelato, per il tipo di clientela ben fidelizzata come quella di 43 PARALLELO SIENA, molto coinvolgente. Il tema trattato porta generalmente ad innalzare l’interesse verso l’argomento che si dipana settimana dopo settimana, con il riproporsi ed approfondirsi di alcuni concetti che divengono via via più familiari. Avviene un po’ il meccanismo delle serie TV, in cui ci si affeziona ai personaggi.
I temi che hanno avuto questo iter sono stati i castelli e gli eremi. Ai primi è stato dedicato l’intero ciclo 2018-2019 ai secondi tutta la stagione 2019-2020 (fintanto lo ha permesso il covid) e lo sarà anche la prossima 2020-2021 (sempre covid permettendo).

Il tema dell’eremitismo, al quale intendevo dedicare solo la stagione in corso, si è rivelato molto proficuo e senz’altro non esauribile negli appuntamenti che in un primo tempo avevo previsto, complice anche lo studio che mi ha particolarmente coinvolto riguardo la storia di questo fenomeno tanto affascinante per quanto alieno dall’approccio al mondo del XXI secolo.
Oltre ad imbattermi in personaggi incredibili, va detto che i luoghi nei quali questi campioni della volontà si nascondevano al mondo, sono spesso situati in contesti di fortissima suggestione e di rara bellezza e si prestano ad un una lettura dell’ambiente veramente molto articolata, offrendo una sintesi massima di natura e storia con un tocco di quel carattere adrenalinico che aggiunge un senso di piena soddisfazione ad ogni uscita. L’avventura è infatti il sale di una giornata di trekking. Quando è possibile dovrebbe essere sempre presente in giusta misura, così da far vivere agli utenti alcuni momenti, passaggi o situazioni che richiamino un livello di attenzione e di attivazione emotiva che al ritorno a casa o nei ricordi possano essere motivo di soddisfazione e argomento di conversazione nelle uscite successive.