TREKKING ACQUATICI E TORRENTISMO: abbigliamento e attrezzatura

Spieghiamo innanzitutto cosa si intende con trekking acquatico e torrentismo. Entrambi sono escursioni in cui almeno una parte del percorso si svolge lungo il corso di un fiume o di un torrente. Non sempre è possibile, ma solitamente le proposte 43 PARALLELO SIENA sono itinerari ad anello in cui c’è un avvicinamento su sentiero che risale o discende un corso d’acqua in maniera grossomodo parallela al suo sviluppo, per poi entrare nel torrente e percorrerne la parte rimanente direttamente in acqua. La parte di sentiero “a secco” può avere caratteristiche molto varie: dal molto facile, in caso di sentiero di fondovalle, al difficile, con  dislivelli impegnativi nel caso in cui si debba raggiungere e allontanarsi da torrenti incassati in valli sprovviste di strade di accesso. In ogni caso, svolgendosi prevalentemente nella stagione calda, noi preferiamo svolgere la parte a secco nella prima parte della giornata, riservando la parte acquatica al rientro. E’ più piacevole infatti entrare in acqua refrigerandosi dopo un trekking impegnativo, piuttosto che stare freschi all’inizio ma rientrare alle auto sudati. Inoltre fare la parte di trekking a secco con scarponi e abiti bagnati e zaino inzuppato è più fastidioso e pesante.

Differenze tra trekking acquatico e torrentismo

La differenza tra le due proposte è che nel trekking acquatico, la parte di percorso in acqua è esclusivamente o prevalentemente di camminata. Per le caratteristiche del fiume o della valle che lo accoglie si può infatti quasi sempre camminare in acqua al massimo all’altezza delle ginocchia, con ampie possibilità di aggirare le pozze più profonde o comunque con piccoli tratti di acqua più alta. Può capitare in alcuni casi di dover attraversare alcune pozze più lunghe e profonde a nuoto perchè aggirarle risulterebbe troppo laborioso o allontanerebbe troppo dal corso d’acqua. Ma in fin dei conti siamo andati a fare questo tipo di escursione per stare al fresco, no?
Nei trekking acquatici indosseremo capi in materiale tecnico che hanno il grande pregio di non inzupparsi e di asciugare molto velocemente. Per i pantaloni sono perfetti quelli scorciabili con zip: ci proteggeranno le gambe dagli eventuali fastidi di rovi o ortiche durante gli avvicinamenti e fungeranno da costume nella parte acquatica. Anche la maglietta o la camicia dovrebbe essere in materiale tecnico sempre per la grande capacità di questi tessuti ad asciugarsi rapidamente. Specie sull’addome ed il torace infatti, anche nelle caldissime giornate estive ci saranno parti della giornata o tratti dell’itinerario in cui non sarà piacevole avere addosso abiti zuppi d’acqua. Per cui evitate il cotone! Per le calzature i più adatti sono degli scarponcini da trekking bassi e un paio di fascia medio bassa, robusti e comodi sono gli ideali. Lo sfregamento con acqua, sabbia e sassi li rovinerà presto, per cui evitate di spendere troppo. Gli scarponi alti sono senz’altro da evitare sia per la loro pesantezza una volta bagnati, che per la difficile gestione in caso di pozze in cui si debba nuotare. Da evitare assolutamente anche sandali, scarpine da scoglio e simili. Unica alternativa valida potrebbero semmai essere un paio di vecchie scarpe da ginnastica nei loro ultimi giorni di vita.

Il tipico ambiente del trekking acquatico

Nel torrentismo c’è invece una componente acquatica accentuata con tratti di immersione totale e con scarse possibilità di aggirare le pozze. Ci possono essere alcuni tratti rocciosi il cui superamento può richiedere l’uso delle mani per essere superati o la necessità di tuffarsi nel caso il torrente venga percorso in discesa.

Alcuni torrenti affrontati senza muta possono talvolta spingere ad evitare l’acqua

Nel torrentismo in casi particolari potremmo anche usare lo stesso tipo di abbigliamento dei trekking ma le permanenze in acqua più prolungate e gli ambienti più chiusi e meno assolati, suggeriscono talvolta di indossare una muta da sub. Questa, in relazione alla temperatura dell’aria e dell’acqua, potrà essere da intera con cappuccio con spessore di 5 mm per una protezione alta, ad un minimo di 2,5mm in versione shorty. Tra queste due possibilità si trovano in commercio tutte le scalture possibili di spessore e lunghezza. Ultimamente sono in commercio anche i due pezzi slegati, gambe e tronco, per consentire l’abbinamento che più si preferisce.

In un torrente con lunghi tratti acquatici la muta è di grande conforto

Come scarpe da torrentismo nella maggior parte dei casi vale quanto detto nei trekking acquatici, ma in alcuni itinerari potrebbero essere consigliabili scarpe da canyoning, prodotte solo da un paio di marche molto specializzate che hanno una mescola delle suole particolarmente morbida con elevate caratteristiche di aderenza.

Zaino

Sia nel torrentismo che nei trekking acquatici per portare le nostre cose sarebbe utile avere un vecchio zaino a cui abbiamo praticato degli ampi fori sul fondo, in modo da far fuoriuscire facilmente l’acqua che vi entra, per evitare di portarsi dietro inutili ettolitri di fiume. Esistono in commercio zaini appositi, ma a meno che non siate dei grossi frequentatori vi potete arrangiare come vi ho detto. Dentro a questo zaino avrete tutto ciò che non si deve bagnare riposto dentro ad una sacca stagna o ad un bidone ermetico. Se ne trovano di tutti le dimensioni e prezzi ma qualcosa vi dovete comprare se volete avere la certezza quasi assoluta che non si bagnino le vostre cose. Si può in parte ovviare con dei buoni sacchi di nylon nuovi, chiusi con un trucco illustrato in altro articolo di questo blog, ma per evitare che il panino diventi una panzanella e la macchina fotografica un rottame, vi consiglio eventualmente di aggiungere il sacchetto “fatto in casa” al contenitore stagno. In questo potrete mettere anche una maglietta asciutta, un piccolo asciugamano, le chiavi dell’auto, il telefono, ecc. In ogni caso, anche per gli eventuali colpi che il vostro bagaglio può prendere durante questo tipo di uscite conviene ridurre il trasporto di cose superflue e troppo delicate e semmai riporle proteggendole da possibili urti.

Canyoning 

A conclusione di questo articolo sono di dovere due parole per descrivere la forma più tecnica delle attività nei fiumi e torrenti.
Il canyoning si svolge appunto in canyon o forre strette dove le scappatoie laterali sono molto rare o nulle e dove si è costretti a seguire il corso d’acqua anche facendo ricorso ad attrezzatura specifica (muta, imbracatura, corda e discensore per calate), prodotta da ditte specializzate per discese di questo tipo. Questa attività può a sua volta essere praticata in contesti diversi. La forma più acqautica prevede appunto percorrere una gola insieme alla sua frequentatrice naturale, l’acqua, partecipando con lei a cascate in cui tuffarsi o sotto il cui getto calarsi con corda e imbraco, scivolando nei toboga come in un parco acquatico, nuotando in lunghi e stretti corridoi.

canyoning acquatico
Discesa di una bella cascata in Corsica


Alcune gole però possono essere talmente belle ed interessanti da essere discese anche in assenza d’acqua. Gli ambienti che esploreremo saranno magari privi d’acqua ma carichi di interesse geologico e esplorativo, e questa volta saremo invece al limite tra il trekking e la speleologia.

canyoning asciutto
Calata asciutta in una gola del Supramonte